NFT: Cosa sono e come funzionano.

Gettoni unici che rappresentano una proprietà digitale su blockchain.

I NFT (acronimo per Non Fungible Tokens) sono gettoni unici che rappresentano una proprietà digitale su blockchain. Sono diventati molto di moda, con aste di opere d’arte tokenizzati che hanno superato le quotazioni dei pittori più famosi della storia.
 
In realtà però c’è molto di più nel mondo dei NFT. Una tecnologia molto interessante che viene già utilizzata da moltissime grandi aziende, in grado di creare marketplace su blockchain di tutto ciò che può essere tokenizzato. In questo nostro approfondimento su Criptovaluta.it parleremo delle specifiche tecniche e degli spunti di investimento che questa tecnologia offre. Separando la moda da quella che è la concretezza che è alla base di questo nuovo modo di interpretare la blockchain.
 
NFT cosa sono ?
 
Le definizioni scolastiche difficilmente riescono a rendere, con la dovuta profondità, tutti gli aspetti legati ad una nuova tecnologia. Per questo motivo sarà necessario affrontare alcune delle questioni più importanti che riguardano il mondo dei token non fungibili prima di passare ad argomenti più avanzati ed anche alle possibili applicazioni pratiche e di tipo commerciale.
 
Non fungibile contro fungibile
La prima cosa da capire è già nel nome di questa tecnologia.

NFT- Non Fungible Tokens – sono contrapposti ai token fungibili, ovvero ai token che non hanno un’individualità specifica e che possono essere sostituiti con altri token dello stesso genere. L’esempio più lampante di questa qualità possiamo farlo già al di fuori delle categorie della blockchain.
Il denaro, anche quello in forma di banconote che abbiamo nel portafoglio, è fungibile per definizione. Se domani dovessimo dare 10 euro a Marco e lui dovesse darci altri 10 euro, non ci sarebbe nessuna differenza nella composizione del nostro patrimonio. Ogni banconota da 10 euro rappresenta un valore indentico. E per questo motivo il denaro può essere ritenuto fungibile.

Pensiamo ora però, ad esempio, ad un quadro: è un pezzo unico, non esiste nulla di identico al mondo. Può essere venduto per denaro, ma non può essere scambiato con un quadro identico che abbia lo stesso valore. Un’opera d’arte è per definizione non fungibile, perché non può essere scambiata con un bene generico e identico per valore.
 
Gli NFT rappresentano beni non fungibili tra loro, al contrario delle criptovalute i NFT sono l’opera d’arte, nel nostro esempio e le criptovalute classiche come ad esempio Bitcoin o anche Litecoin (per fare un esempio) sono invece il denaro. Se ci scambiamo un Bitcoin contro un altro Bitcoin, non cambierà nulla nelle nostre composizioni patrimoniali, perché un BTC è sempre identico ad un BTC. Nel caso di possesso di un token NFT invece avremo tra le mani un pezzo unico.
 
Su blockchain
Proprio come i token cripto classici, anche gli NFT vengono scambiati tramite blockchain. Come dovrebbe essere noto, la blockchain che al momento li supporta con maggiore frequenza è Ethereum, che offre due diversi standard ERC per la creazione degli NFT. Come avremo inoltre modo di vedere più avanti, ci sono diversi progetti e blockchain che consentono di creare i propri NFT e scambiarli.

La blockchain offre i vantaggi che tutti conosciamo per questo tipo di scambi: sono registrate e consultabili da tutti, hanno dei meccanismi solidi per validare le transazioni e soprattutto sono liberamente accessibili. Il che vuol dire che verificare la proprietà di un determinato token è semplice.
 
Il problema degli algoritmi per la validazione degli NFT
Il tema ecologico sembra essere uno degli angoli maggiormente utilizzati dai detrattori del mondo della blockchain e delle criptovalute per attaccare questo tipo di sistemi. La stessa polemica è stata utilizzata anche per segnalare l’impatto ecologico che avrebbero dei sistemi come gli NFT che sono basati su blockchain PoW. Ovvero il vecchio modo – esoso sotto il piano elettrico e dei calcoli – di validare nuovi blocchi di una blockchain.
 
L’inquinamento è un problema minimo, che a breve diverrà inesistente.
Sta di fatto che con l’upgrade 2.0 anche la principale blockchain che oggi supporta gli NFT passerà ad un sistema completamente PoS da qui ad un anno, in grado di consumare 1/100 dell’energia pur offrendo lo stesso livello di sicurezza. Anche l’attacco ecologista, in realtà già oggi molto poco fondato (una transazione di un NFT non ha questo grande impatto), dovrà arrendersi davanti all’avanzare della tecnologia degli NFT.
 
Metadati
Un NFT include dei meta-dati, che accompagnano al token un immagine, un file, una traccia audio o qualunque altro tipo di dato. I dati sono sempre liberamente consultabili, almeno sulle blockchain più diffuse per questo tipo di token. Nulla vieta di incorporare, a rappresentazione del titolo di proprietà, un qualunque tipo di dato. Passerà alla storia ad esempio la vendita, da parte di Jack Dorsey, il fondatore di Twitter, del suo primo Tweet. Debitamente trasformato proprio in un NFT. All’interno dei metadati può esserci qualunque tipo di rappresentazione digitale
 
Per rappresentare la proprietà
L’utilizzo più comune che possiamo fare degli NFT è la rappresentazione di proprietà digitale. La maggior parte dei sistemi che supportano oggi NFT permettono di tokenizzare un’opera d’arte digitale, che si tratti di un’immagine, o ancora di una canzone, oppure di un video. Sebbene il video sia perfettamente riproducibile, così come l’immagine o la canzone, un NFT rappresenta la proprietà dello stesso.
 
Per gli artisti (NFT Art)
Tra i primi ad approfittare della tecnologia sono stati gli artisti, che hanno trovato un modo relativamente semplice per supportare la propria arte, con i fan che possono finalmente finanziare opere, che rimarranno tra le altre cose fruibili pre tutti. Sono moltissimi gli artisti, digitali e non, che si sono affidati proprio a questo tipo di tecnologia per diffondere le proprie opere e trovare finanziatori. Risolto il problema della necessità di mecenati anche per gli artisti meno famosi? Assolutamente no, ma le prospettive che gli NFT offrono sono sicuramente di spessore.
 
Il funzionamento degli NFT è lineare e semplice
 
Il possibile scambio (comprare e vendere nft)
Trattandosi di token crypto a tutti gli effetti, che vengono appunto supportati da una vera blockchain, questi token possono essere scambiati sia tramite smart contract sia invece tramite scambio manuale. Sono a tutti gli effetti degli asset che possiamo comprare e vendere – e a questo scopo sono anche nati tantissimi mercati che permettono aste o accordi privati.

Cosa rappresenta il token?
La proprietà – anche se in alcune giurisdizioni non è ancora perfettamente chiaro come tali diritti potranno essere fatti valere. Quello che importa, almeno per il momento, è che la blockchain può garantire dei buoni livelli di sicurezza tanto per la conservazione dei token NFT, tanto per lo scambio. Chi segue il mondo delle criptovalute da tempo saprà bene che questi sistemi sono tra i più sicuri per rendere permanenti dei trasferimenti. Questo concetto, applicato al mondo degli NFT, espone all’enorme potenziale che questa tecnologia potrà avere in futuro, anche in mercati economicamente importanti come quello dell’arte.
 
Bragging rights
Ovvero in italiano il diritto di vantarsi. Gli NFT spostano sicuramente il concetto di proprietà e di possesso in un campo completamente nuovo. Se dovessimo guardare alle aste che hanno avuto maggiore successo negli ultimi tempi, si tratta di passaggi di proprietà di oggetti digitali che sono in realtà nella disponibilità di tutti. Tutti possono ancora leggere il primo Tweet della storia, così come tutti possono tecnicamente copiare all’infinito le opere d’arte di Beepsy che sono finite all’asta da Christie’s.
 
Cosa ha acquisito in realtà chi ha comprato questo tipo di token?

La proprietà in senso stretto, che dato che non offre in questo caso il godimento esclusivo del bene – che rimane digitale ed accessibile a tutti – è stata considerata da alcuni commentatori come un mero diritto a vantarsi della proprietà stessa.

Il diritto di vantarsi, ma non solo. Dai NFT può uscire rivoluzionato il concetto di proprietà
In realtà ci sono molti altri livelli coinvolti nell’utilizzo degli NFT. Pensiamo a casi come quello di Decentraland, dove i token NFT LAND permettono di avere utilizzo esclusivo e privilegi su una zona virtuale del gioco. In quel caso uno degli attribuiti fondamentali della proprietà, ovvero il potere di poter escludere qualcuno, è pienamente conservato. Lo stesso si può dire di sistemi, come i fan token, dove il possesso di determinati token NFT offre privilegi speciali e accesso a merchandising. In quel caso l’NFT attribuisce davvero al proprietario un diritto esclusivo, che i non proprietari non anno.

Per evitare le inutili elucubrazioni che abbiamo già letto sulla stampa non specializzata, invitiamo tutti a concentrarsi, almeno per ora, sull’aspetto strettamente tecnologico della vicenda. Gli NFT offrono un modo sicuro, rapido ed economico per tokenizzare opere dell’ingegno umano e per trasferirle ad altri in modo sicuro. Che poi si faccia affidamento sulla rete di Ethereum o di Tron, oppure ancora sui tanti sistemi di nicchia, poco importa.

Così come poco importa quali saranno i campi di applicazione presenti e futuri di questa tecnologia. Perché è vero che la moda ha creato delle aste dalle chiusure quasi impossibili da comprendere per una mente ragionevole. Ma è altrettanto vero che si tratta nei fatti di operazioni pubblicitarie in piena regola, che non hanno nulla a che vedere con il futuro effettivo di questa tecnologia.

Fonte: criptovaluta.it