Tecnologia POV

Gli smart glasses di Facebook e Luxottica!

Sono usciti solo da poche settimane, ma gli smart glasses prodotti da Facebook in collaborazione con Luxottica hanno già fatto abbondantemente parlare di sé. Potrà questo nuovo dispositivo riuscire là dove la concorrenza ha fallito negli scorsi anni? Vediamo le caratteristiche principali e le novità introdotte, l'importanza per l'uso del Point Of View, e anche i difetti da correggere in futuro. E scopriremo che questi "occhiali intelligenti" sono solo il primo passo verso l'era del metaverso
Un piccolo strumento per un grande passo verso il futuro.

Si potrebbero sintetizzare così le prime settimane di vita dei cosiddetti Ray-Ban Stories, i nuovi smart glasses prodotti da Facebook in collaborazione con Luxottica, presentati ufficialmente il 10 settembre e già oggetto di numerose analisi e considerazioni da parte del pubblico e degli addetti ai lavori.
Nelle intenzioni di Mark Zuckerberg questo dispositivo dovrebbe rappresentare soltanto il primo di una lunga serie di step che punteranno alla costruzione del cosiddetto metaverso. Vale a dire, per usare la definizione coniata proprio dal CEO di Facebook:
Un mondo digitale dove le persone possono muoversi tra differenti dispositivi e comunicare in un ambiente virtuale.

Per comprendere appieno questa visione futuristica che ci viene prospettata, vedremo in primo luogo brevemente quelle che sono le caratteristiche principali degli smart glasses di Facebook, per capire anche il ruolo non secondario giocato da Luxottica e quello altrettanto importante dello stile video PoV (Point of View) che in questo periodo ha raggiunto livelli di diffusione virali in rete.

Senza tuttavia dimenticare di citare anche alcune problematiche legate ai Ray-Ban Stories ed alla tecnologia degli smart glasses in generale, che in passato hanno portato strumenti simili a risultati di vendita fallimentari. Al primo posto, ovviamente, c'è il problema della privacy, una tematica che oggi più che mai è fortemente sentita e riveste un'importanza fondamentale nel dibattito pubblico.
Ma prima di analizzarne pregi e difetti, e per capire meglio anche visivamente di cosa stiamo parlando, ecco un interessante video di presentazione dei Facebook smart glasses, tratto dal canale YouTube TechDale.
 
Caratteristiche tecniche degli smart glasses di Facebook
Lo strumento principale dei Ray-Ban Stories è la doppia fotocamera da 5 MP, che permette lo scatto di foto in HD a 2592 x 1944 pixel, nonché la realizzazione di video a 1184 x 1184 pixel a 30 fotogrammi al secondo. Sul lato esterno degli occhiali si nota un LED che segnala quando l'utente scatta una foto o sta realizzando un video. Il pulsante per utilizzare la fotocamera è sul braccio destro degli occhiali (il pulsante sul braccio sinistro serve invece per spegnerli).

Per quanto riguarda l'audio, esistono 2 micro speaker per l'input e 3 microfoni integrati per l'output. La memoria del dispositivo è pensata per una fruizione rapida e immersiva, e consente di salvare oltre 500 foto e fino a 30 video di non più di 30 secondi
In merito alla batteria, invece, è possibile ricaricarla direttamente tramite la custodia degli smart glasses (circa 30 minuti per una ricarica del 50%, poco più di un'ora per il 100%). Esiste anche un'app specifica che gli utenti sono invitati a scaricare: si chiama Facebook View ed è stata pensata appositamente per condividere più facilmente sui canali social i contenuti realizzati con i Ray-Ban Stories.
Il costo di base, infine, è di 329 Euro (direttamente dal sito di Ray-Ban)

Facebook smart glasses, lo stile di Luxottica/Ray-Ban
Lo stile dei nuovi smart glasses di Facebook è il jolly che Zuckerberg e i suoi hanno tirato fuori dal mazzo per superare alcuni degli ostacoli che, in passato, hanno impedito a questa tecnologia di avere un successo di massa.
In effetti i Google Glasses furono lanciati come prototipo già nel 2011, e oggi tanti addetti ai lavori non esitano a definire quell'operazione un fallimento. Si trattava di una tecnologia dall'utilizzo non chiaro e dal costo esorbitante (attorno ai 1500 $).
Soprattutto, ai Google Glasses si è imputato il fatto di non avere un buon design: erano scomodi e ingombranti, alcuni utenti rinunciarono ad acquistarli per evitare di apparire ridicoli in pubblico.
Ecco allora che nei Facebook smart glasses entra in gioco Luxottica, in particolare con il brand Ray-Ban (da qui, appunto, il nome Ray-Ban Stories), un modello di riferimento mondiale nel mercato dell'eyewear. Questo modello è a tutti gli effetti nello stile un normale occhiale di marca Ray-Ban (è disponibile anche la modalità sunglasses) a cui vengono poi aggiunte tutte le funzionalità che abbiamo visto.

Questo aspetto potrebbe essere il vero punto focale di tutta l'operazione: è il sodalizio tra Facebook e Luxottica, tra la tecnologia e la qualità stilistica, che secondo molti può fare la differenza, trasformando il fallimento passato dei concorrenti nel successo presente (e futuro) dei Ray-Ban Stories.
Non per nulla, infatti, esistono diversi modelli per andare incontro alle esigenze estetiche del pubblico: variano sia i colori della montatura che i tipi di lenti, che passano da quella classica alla sfumata, dalla specchiata alla tipologia "Evolve", con lenti in grado di adattarsi al livello di luminosità dell'ambiente circostante.
Nuovi smart glasses: una tecnologia PoV

Un altro indizio che lascia presagire che quello attuale sia il momento giusto per l'ascesa dei dispositivi di smart glasses riguarda la viralità dei video PoV.
Cosa sono i PoV? Letteralmente Point of View, ovvero video che vengono girati in primo piano dal punto di vista dello spettatore. Non si tratta naturalmente di una clamorosa innovazione: in ambito cinematografico è una tecnica ben conosciuta e tutt'altro che nuova.
Oggi però questa modalità si è sviluppata in modo incredibile sui social, in particolare su TikTok, ma non solo. Anche importanti artisti musicali hanno usato il PoV nei propri video, a testimonianza del grado di viralità raggiunto da questo stile visuale. Per saperne di più, ecco un approfondimento tratto dal sito tuttotech.net che mostra anche alcuni significativi esempi di video girati PoV. 

Il concetto della soggettività usato in questi video è molto importante: gli smart glasses, non solo quelli di Facebook e Luxottica ma intesi come devices in senso generale, fanno dell'immersività il proprio cavallo di battaglia. Per questa ragione potremmo definirli una "tecnologia PoV", dato che girare questo genere di video con questo specifico strumento risulta molto più comodo ed efficace rispetto all'uso di uno smartphone. 
Verso la direzione del PoV va anche l'idea già descritta in precedenza della durata massima di 30 secondi per i video: video veloci, più leggeri per la memoria e più facilmente usufruibili dal pubblico, che permettono di immergersi sempre di più nella realtà quotidiana delle persone, creando così la sinergia perfetta per rendere quotidiano e naturale anche l'uso della tecnologia stessa.

Più smart glasses, meno privacy?
Questo argomento oggigiorno è davvero molto delicato, in particolar modo nel mondo dei social. Con le versioni degli anni passati degli smart glasses, la privacy ha rappresentato una nota dolente, al punto che alcuni bar e ristoranti avevano smesso di accettare che i propri clienti li indossassero all'interno dei propri locali.
Facebook, che pure tra furti di dati e altre problematiche varie non ha mai fatto della privacy il suo punto di forza, ha cercato tuttavia di porre rimedio, per quanto possibile, alla situazione legata agli smart glasses. La presenza sull'occhiale del LED luminoso che segnala quando un utente sta fotografando o registrando è certamente un passo interessante verso una tutela maggiore delle persone.

Nella stessa direzione va anche il limite di 30 secondi per i video: anche se il segnale visivo venisse eluso da un utente "guardone", quest'ultimo dovrebbe continuare a cliccare ripetutamente ogni 30 secondi per far partire un nuovo filmato, un'operazione che lo metterebbe al centro dell'attenzione di chi lo circonda. Naturalmente a meno di non avere a che fare con James Bond!
Questi piccoli accorgimenti bastano agli smart glasses di Facebook per considerare superata la questione della privacy? Certo che no, ovviamente. Quantomeno però si nota il tentativo di educare i propri utenti ad un buon uso della tecnologia. Non si bloccherà di certo chi vuole farne un uso disonesto, ma è comunque confortante il fatto che l'azienda abbia cercato di migliorare un minimo questa situazione.

Il futuro degli smart glasses ed il metaverso
I Ray-Ban Stories potrebbero quindi rappresentare uno dei dispositivi più interessanti in prospettiva futura, anche se secondo Zuckerberg costituiscono soltanto il primo mattoncino verso quello che lui chiama, come dicevamo all'inizio, il metaverso, un vero e proprio mondo virtuale creato e connesso dai vari dispositivi digitali.
Gli smart glasses realizzati con Luxottica, tuttavia, non possiedono un display integrato che permetta di fruire di contenuti virtuali, come per la Realtà Aumentata. Come abbiamo visto, uno dei tratti caratteristici (e forse uno dei motivi per cui il prodotto avrà successo) è quello di mantenere lo stile e la forma di normali occhiali di marca.

Per il futuro, però, la Realtà Aumentata è ciò che si sta studiando, e l'obiettivo di Facebook è quello di riuscire ad introdurlo in dispositivi di uso comune (i cosiddetti wearable devices, come appunto gli occhiali). L'azienda stessa dichiara che le prossime tecnologie del metaverso dovranno essere costruite in modo da risultare
inclusive e potenzianti
. E Zuckerberg in prima persona aggiunge:
Mi aspetto che le persone passeranno dal vederci principalmente come un'azienda di social media, a considerarci come un'azienda del metaverso.

Facebook smart glasses, tiriamo le somme
Nel complesso, gli smart glasses Ray-Ban stories costituiscono uno strumento interessante, elegante e anche divertente da utilizzare. Al netto delle intenzioni future di Facebook, qui abbiamo a che fare con un dispositivo non particolarmente impegnativo e certamente dalla fruizione molto semplice anche per i meno esperti in ambito tecnologico.

Alcuni problemi del passato, come la scomodità o la poca funzionalità estetica, sono stati brillantemente superati. Altri, come quelli legati alla privacy, sono ancora presenti, nonostante piccoli ma lodevoli tentativi di migliorare le cose.

Nel momento di tirare le somme è facile prevedere, per tutti i fattori che abbiamo descritto fin qui, che gli smart glasses di Facebook e Luxottica possano fare meglio dei propri predecessori e superare la concorrenza, raggiungendo un grande successo non solo nel mercato dei più appassionati, ma presso una fetta molto ampia del pubblico globale.

Fonte: trend-online.com